martedì 23 dicembre 2008

Nei giardini che nessuno sa (Renato Zero)
Senti quella pelle ruvida.
Un gran freddo dentro l’anima,
fa fatica anche una lacrima a scendere giù.
Troppe attese dietro l’angolo,
gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile gioca contro di te.
Ecco come si finisce poi,
inchiodati a una finestra noi,
spettatori malinconici,
di felicità impossibili…
Tanti viaggi rimandati e già,
valigie vuote da un’eternità…
Quel dolore che non sai cos’è,
solo lui non ti abbandonerà mai, oh mai!
E’ un rifugio quel malessere,
troppa fretta in quel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli,
adesso non più.
Non dar retta a quelle bambole.
Non toccare quelle pillole.
Quella suora ha un bel carattere,
ci sa fare con le anime.
Ti darei gli occhi miei,
per vedere ciò che non vedi.
L’energia, l’allegria,
per strapparti ancora sorrisi.
Dirti sì, sempre sì,
e riuscire a farti volare,
dove vuoi, dove sai,
senza più quel peso sul cuore.
Nasconderti le nuvole,
quell’inverno che ti fa male.
Curarti le ferite e poi,
qualche dente in più per mangiare.
E poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora.
Dimentica, c’è chi dimentica
Distrattamente un fiore una domenica
E poi… silenzi. E poi silenzi.
Nei giardini che nessuno sa
Si respira l’inutilità.
C’è rispetto grande pulizia,
è quasi follia.
Non sai come è bello stringerti,
ritrovarsi qui a difenderti,
e vestirti e pettinarti sì.
E sussurrarti non arrenderti
nei giardini che nessuno sa,
quanta vita si trascina qua,
solo acciacchi, piccole anemie.
Siamo niente senza fantasie.
Sorreggili, aiutali,
ti prego non lasciarli cadere.
Esili, fragili,
non negargli un po' del tuo amore.
Stelle che ora tacciono,
ma daranno un segno a quel cielo.
Gli uomini non brillano
Se non sono stelle anche loro.
Mani che ora tremano,
perché il vento soffia più forte…
non lasciarli adesso no.
Che non li sorprenda la morte.
Siamo noi gli inabili,
che pure avendo a volte non diamo
.
Dimentica, c’è chi dimentica,
distrattamente un fiore una domenica
e poi silenzi. E poi silenzi...


Credo che questa canzone di Renato Zero sia un vero capolavoro...E' davvero emozionante, arriva diritta al cuore e vibra in tutto l'essere...
Quando l'ascolto penso a mio nonno e a tutti gli anziani dei quali troppo spesso ci dimentichiamo. Le case di riposo, gli istituti assistenziali per anziani affetti da diverse patologie, sono troppo, troppo spesso vuoti! La verità é che la frenesia della vita quotidiana ci porta ad aver nei loro confronti abbracci frettolosi e tempi insufficienti per ascoltare ciò che loro cercano dirci, non necessariamente attraverso le parole...Nell'istituto presso il quale risiede mio nonno, c'é una signora, privata dell'uso della parola dall'Alzheimer, la quale riesce solamente ad emettere suoni, niente di più. Io vi assicuro che, attraverso il suo sguardo, riesce a comunicare tutta la sua sofferenza ma allo stesso tempo anche la sua grande forza d'animo! Non si può rimanere indifferenti di fronte ai suoi occhi che ti rapiscono e ti costringono a non voltarti dall'altra parte pe r sfuggire il dolore! I suoi occhi rappresentano gli occhi di tanti anziani che attendono qualcuno da poter abbracciare, accarezzare...qualcuno che sia disposto a riempire i loro silenzi, le loro paure, la loro solitudine.

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