mercoledì 12 novembre 2008

Cari amici, penso che molti di voi abbiano sentito parlare di Alzheimer, magari al telegiornale oppure sfogliando le pagine di un quotidiano piuttosto che di una rivista scientifica.
Oggi vorrei fornire alcune informazioni in merito a questa patologia, soprattutto a coloro che non sanno bene di cosa si tratti e cosa comporti. Naturalmente io non sono un medico, perciò mi limiterò ad informarvi relativamente a ciò che so e a ciò che ho potuto apprendere da dottori e vivendo accanto a mio nonno.

Che cos'é l'Alzheimer?
L'Alzheimer é un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello. L' opinione attualmente più comune è che la malattia colpisca sia persone al di sotto dei 65 anni di età che persone al di sopra di tale età (l' istituto presso il quale attualmente risiede mio nonno, ospita una signora di soli 58 anni la quale ha contratto il morbo 8 anni fa).
I primi sintomi, come la difficoltà a ricordare e la perdita delle capacità intellettive,
possono essere talmente lievi da passare inosservati, sia all'interessato che a familiari ed amici. Con il decorrere del tempo tuttavia, i sintomi si presentano con maggior evidenza interferendo nell'attività quotidiana del malato.
A tal proposito la Alzheimer's Association ha delineato 10 sintomi ai quali i parenti di una persona anziana devono prestare attenzione. Secondo gli esperti questi sono campanelli d'allarme che lasciano sospettare l'insorgenza di una patologia demenziale. Ve li elenco di seguito:
  1. Dimenticanze
    Ognuno di noi dimentica qualcosa e ciò é normal, tuttavia quando le dimenticanze sono di entità tale da interferire con le attività lavorative e sociali del soggetto, devono destare preoccupazione;
  2. Difficoltà ad eseguire compiti noti
    La difficoltà persistente e frequente ad allacciarsi le scarpe, ad abbottonarsi il capotto, può essere sintomo di aprassia, uno dei deficit che identificano l'insorgere dell'Alzheimer;
  3. Problemi linguistici
    La frase "ce l'ho sulla punta della lingua"é estremamente comue; a tutti noi infatti sarà sicuramente capitato di pronunciarla. Tuttavia, é qualcosa di insolito e relativamente salturario. Se ciò capita di frequente é sintomo di anomia;
  4. Disorientamento spaziale e temporale
    Sbagliare il giorno della settimana od il giorno del mese è normale, sbagliare il mese, la stagione o l'anno non è normale, così come non è normale essere disorientati nello spazio, ovvero confondere luoghi familiari;
  5. Perdita delle capacità di giudizio
    Vestire in modo inappropriato (uscire di casa indossando solamente una canottierea in pieno inverno ad esempio), perdere la cognizione del valore delle cose, compiere errori di giudizio o di valutazione grossolane nel proprio lavoro;
  6. Difficoltà di ragionamento astratto
    Problemi nel compiere operazioni matematiche o logiche relativamente semplici;
  7. Cambiamenti repentini e ingiustificati del tono dell'umore;
  8. Cambiamenti di personalità
    Comportamenti eccentrici, insoliti, sospetti e sintomi paranoici, atteggiamenti aggressivi;
  9. Perdita di iniziativa
    È normale che una persona, diventando anziana, tenda ad avere interessi differenti ed ad essere meno attiva. Non è normale che una persona anziana perda completamente interesse per tutto ciò che lo circonda.

sabato 8 novembre 2008

Ciao a tutti!
Ho pensato di introdurre le riflessioni che da oggi in poi vorrei condividere con voi in merito ad un argomento che mi sta particolarmente a cuore: la sindrome di Alzheimer.
Il mio interesse per questa patologia é nato dodici anni fa' quando ho potuto toccare con mano la difficoltà di crescere accanto ad una persona a me cara che ha inziato a spegnersi giorno dopo giorno.

Questa è una delle mie foto preferite assieme ad Aldo, il mio nonno materno di 87 anni.

Ci sono giorni in cui, osservandolo sdraiato sulla poltrona, provo rabbia e mi chiedo qual'é la ragione di tanta sofferenza. La verità é che in cuor mio mi vergogno, quando costretta ad assistere impotente alle sue crisi, prego il Signore di prenderlo con sé.

L'Alzheimer é così, ti ferisce lentamente e ti costringe a non distogliere lo sguardo dal dolore, un dolore profondo che assume le sembianze del tuo caro.
La stranezza e al tempo stesso la brutalità di questa malattia é che stravolge il normale ciclo della vita. Alla catechesi il sacerdote mi ha insegnato che noi uomini non siamo immortali, che la vita é un dono prezioso ed é un nostro dovere viverla dando il meglio di noi stessi.

Aiutatemi a capire: Quando mio nonno mi tira uno schiaffo, insultandomi e dicendomi che non mi ha mai vista prima, in quel momento sono una brutta persona se mi interrogo sulla frase "la vita é un dono prezioso?"

Alla scuola elementare poi, la maestra ha fatto scrivere un breve componimento sui nostri nonni e ha concluso la giornata ricordandoci che essi operano accanto ai nostri genitori al fine di aiutarci a crescere; quando siamo piccoli ci insegnano a camminare, ad andare in bicicletta, a portare il cucchiaio alla bocca facendo attenzione a non sporcare il vestitino pulito, a leggere, a cantare...
Già perché é così che funziona, giusto? I grandi insegnano ai più piccini.

Ma allora perché certe sere mi ritrovo ad imboccare mio nonno e a cambiargli la maglia perché si é rovesciato il vassoio del cibo addosso? Non sono forse io la più piccola?

Ancora una considerazione...
Spesso, alcuni conoscenti vogliono farmi credere di aver scoperto il segreto della vita e sono convinti di esser "sulla strada giusta", perciò mi costringono a subire sermoni sul comportamento di un "buon cristiano"e ad applaudire alle loro opere "di carità" che "gratuitamente" compiono nel mondo. Eh già...dentro di loro sentono crescere "una pianta", una luce li guida nell'oscurità e quando ti vedono triste, con sguardo compassionevole ti ripetono di rallegrarti perché la vita é un dono. A questo punto, dopo aver ascoltato stupita ed interessata le loro testimonianze di fede, inzio a scrutarle per cercare di diventare un po' più come loro. Ed é così che scopro l'amara verità: colei che mette a disposizione alcune ore del suo preziosissimo tempo per aiutare gli anziani in difficoltà, capita accidentalmente nelle case di anziani sani che la invitano ad accomodarsi e le offrono il pranzo; naturalemnte non ha tempo di dare un saluto e magari andare a far la spesa per quella signora che vive con cinquecento euro di pensione e il cui marito invalido é costretto a letto. E che fine ha fatto il signore che ama il prossimo e riconosce il valore della famiglia? Ah già...si é recato in Venezuela ad aiutare i bisognosi abbandonando sua madre malata di Alzheimer in una casa di riposo dove trascorrerà gli ultimi giorni della sua vita senza rivedere più suo figlio.
Vi chiedo ancora aiuto per rispondere a queste domande:
Quando si può dire di amare veramente il prossimo? E' sacrilego litigare con il Signore quando non capisci il perché di tanto dolore? E soprattutto...puoi predicare agli altri come vivere, come affrontare le difficoltà della vita quando per primo le allontani dalla tua vista?

Tenterò di rispondere a queste domande concludendo il mio blog...per ora le lascio qui e ogni tanto rileggendole e integrandole con le vostre riflessioni cercherò di dar loro una risposta.