venerdì 26 dicembre 2008


Amici, la difficile situazione che la mia famiglia ed io viviamo quotidianamente a causa della malattia di mio nonno, mi spinge a ricercare informazioni in merito all'Alzheimer, ma soprattutto testimonianze di chi, come me, spesso si sente triste e impotente di fronte a tanto dolore.

Le storie di vita di figli/e, nipoti, mogli e mariti che sperimentano la sofferenza ogni giorno accudendo con premura il propiro caro, mi aiuta a sentirmi meno sola. Sapere che non sono la sola al mondo a porsi certe domande, a ricercare un senso a questo dolore, mi spinge ad andare avanti e rinforza quella speranza e quel coraggio che, a volte, vacillano.

Oggi vorrei proporvi due poesie: la prima é stata scritta da una signora affetta da demenza all'esordio della malattia e ricoverata presso una clinica italiana; la seconda invece é una poesia di Pascal, proposta da un'operatrice che lavora a contatto con i malati di Alzheimer.

La paziente é una donna che, da "sana", viveva per l'insegnamento, l'amore per Dio e che amava contemplare la natura nella solitudine. In questa lirica, si appella al Signore, l'unico sostegno, l'unica ancora di salvataggio alla quale il proprio grido d'aiuto.

L'operatrice é una donna che vuole riflettere sul suo ruolo. Rammenta ai suoi colleghi quanto sia importante considerare la persona nella sua parte più intima e non solamente per i suoi disturbi comportamentali che spesso sono causati proprio dall'approccio sbagliato dell'operatore.

E' interessante notare come questi due mondi diversi, il mondo della persona "normale", sana e quello del malato, si incontrino tra le righe di due splendide poesie.

Il grido d'aiuto della donna disperata sembra esser udito dall'operatrice che a sua volta si interroga sul suo operato che, a mio parere, non é un semplice lavoro, bensì un quotidiano gesto d'amore e speranza.

Come promesso, vi riporto queste due bellissime poesie

“Signore non so più leggerti, trovarti nel Vangelo.
Riesco solo a sentirti nella preghiera di poche parole:”Gloria al padre al Figlio allo Spirito Santo…..”
Ancora depressione forte, tremenda, violenta. Sono sconnessa e persa. Non sono più nessuno, non sono più niente. Faccio fatica a pensare, a fare, a ricordare….
non so più niente. Mi sento finita: non ho programmazioni nei miei pensieri.
e’ come se fossi una “morta”. non mi racconto niente e non mi conforto, non mi stupisco piu’ per niente…Signore non lasciarmi vivere così!”
C.M. 10 Novembre 1995

Se uno mi ama perché sono intelligente,
Se uno mi ama perché sono sano,
Se uno mi ama perché sono buono,
Ama proprio me?
No, perché potrei perdere l'intelligenza,
la salute, diventare anche cattivo,
ma essere ancora io,
malgrado tutto.
B. Pascal

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