lunedì 5 gennaio 2009

Rivastigmina, cerotto per curare l'Alzheimer

I risultati clinici positivi di Rivastigmina cerotto (disponibile anche in Italia, nelle Unità di Valutazione Alzheimer) sono stati valutati nello studio internazionale IDEAL (Investigation of Transdermal Exelon in Alzheimer's disease), che ha coinvolto circa 1200 pazienti con malattia di Alzheimer da grado lieve a moderatamente grave. Le conclusioni a cui si è giunti hanno evidenziato che il cerotto permette di ottenere un significativo miglioramento nella memoria e nella capacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana rispetto ai pazienti del gruppo placebo. Grazie alla semplicità di impiego ( frequenza di applicazione: una volta al giorno sulla cute della schiena, della parte superiore del braccio o del torace), il cerotto transdermico è risultato preferito dal 70% del personale medico e paramedico che lo utilizzava. A tal proposito il Professor Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, afferma:"Con il cerotto è possibile fornire un aiuto concreto sia ai malati che ai familiari: una delle principali barriere per un efficace trattamento delle malattie croniche che colpiscono gli anziani, di cui la malattia di Alzheimer è il più tipico esempio, è infatti la scarsa precisione nell'assumere le terapie farmacologiche, dovuta alla complessità di dover gestire molte pillole e procedure nell'arco della giornata. Quindi dimenticanze, dubbi ed errori. Il cerotto semplifica tutto ciò".

Un vaccino per l'Alzheimer ottenuto dai pomodori

Presso il Korea Research Institute of Bioscience and Biotechnology (KRIBB) di Seoul, si sta studiando una particolare cura basata su pomodori geneticamente modificati da utilizzare come vaccino.I ricercatori coreani, coordinati da HyunSoon Kim, hanno modificato geneticamente una pianta di pomodoro inserendo nel suo Dna il gene della proteina che causa l'Alzheimer, la beta amiloide. Ingerendo pomodori così modificati, gli individui dovrebbero essere in grado di irrobustire il sistema immunitario e proteggerlo dal morbo di Alzheimer.La cura è stata poi testata su cavie di laboratorio alle quali sono state somministrate per tre settimane delle porzioni di pomodori OGM. Il sangue dei topi è stato in seguito analizzato per vedere i risultati. I ricercatori hanno quindi scoperto che il sistema immunitario delle cavie era stato stimolato sviluppando degli anticorpi in grado di neutralizzare la proteina responsabile dell’insorgenza del morbo di Alzheimer.
Tuttavia se i pomodori venivano cotti si dimostravano inefficaci.I farmaci attualmente utilizzati sono solamente in grado di rallentare il decorso della malattia. Se invece questa ricerca andasse a buon fine anche sull’uomo, il morbo di Alzheimer potrebbe essere bloccato sul nascere. Questo vaccino infatti può impedire l’insorgere della malattia, ma nel caso in cui essa sia già conclamata, il vaccino non è in grado di farla regredire.
La "pancetta"? Temuta solamente a livello estetico??
Uno studio statunitense ha dimostrato che chi ha un po’ di pancia di troppo superati i 40 anni ha possibilità di ammalarsi di Alzheimer e altre forme di demenza una volta raggiunti i 70.La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori della Kaiser Permanente Division of Research di Oakland, in California, e pubblicata sulla rivista Neurology. Ha preso in esame 6.583 abitanti del Nord della California per circa 36 anni, a partire da quando i pazienti avevano 40-45 anni. Il girovita dei partecipanti è stato misurato all'inizio dello studio. Dopo 36 anni si è visto che ben 1.049 persone, quasi il 16% del campione, avevano sviluppato il morbo di Alzheimer o altre forme di demenza all'età di 70 anni.
Analizzando i dati i ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano una maggiore circonferenza di pancia avevano il triplo delle probabilità di sviluppare una qualche forma di demenza rispetto agli altri partecipanti con l’addome più piatto.
“Non è solo una questione di peso – spiega Rachel Whitmer, coordinatrice dello studio – il fattore di rischio è legato a ‘dove’ sono localizzati i chili in più. Se consideriamo due persone entrambe in soprappeso di 4,5 chilogrammi, chi li porta sul ventre corre più rischi di chi invece li accumula sui fianchi”.
Naturalmente la scoperta di questa correlazione tra l’accumulo di grasso sulla pancia e il temuto morbo di Alzheimer necessita di ulteriori studi al fine di comprendere come mai esista questo misterioso ed insolito legame.

Pillole di nicotina contro l'Alzheimer

Una sostanza contenuta nel tabacco, la nicotina, potrebbe dare dei vantaggi a chi soffre di certi tipi di demenza.Ricercatori dell'Istituto di psichiatria del King's College di Londra hanno rilevato che la nicotina aiuta a tenere la mente piu' attiva, migliorando la memoria, l'apprendimento e la concentrazione (capacità progressivamente danneggiate dal morbo).Per prendere dal tabacco solo ciò che può dare beneficio eliminando gli effetti negativi, i ricercatori vogliono mettere a punto una pillola alla nicotina.Una pillola di questo tipo certamente non costituirebbe la cura per l'Alzheimer, ma sarebbe in grado di rallentarne gli effetti per almeno sei mesi.La nicotina è stata testata sui topi e si è visto che li rende in grado di svolgere un compito con maggiore precisione, anche quando la cavia viene distratta.“La nicotina, come molti altri farmaci, ha molteplici effetti, alcuni dei quali sono nocivi, mentre altri possono portare dei benefici”, ha spiegato Ian Stolerman, coordinatore dello studio. “E’ possibile mettere a punto dei farmaci che forniscano alcuni degli effetti benefici della nicotina, ma che ne eliminino gli effetti tossici”, ha sottolineato il ricercatore.
(informazioni dal sito italiasalute.it)

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